Avete mai sentito parlare di prossemica nella comunicazione interpersonale?
La prossemica non è altro che la disciplina che studia lo spazio che viene adottato dalle persone quando si relazionano con altri, e può dare importanti informazioni sul tipo di rapporto che si instaura tra i due interlocutori.
Quando comunichiamo, infatti, non lo facciamo solo con le parole, ma anche con i gesti, gli sguardi, la posizione del nostro corpo, il tono della voce: cioè tramite il cosiddetto “non verbale”.
Questo tipo di comunicazione inconscia ci permette di ricevere segnali dalle altre persone, di capire se sono a loro agio parlando con noi, se si sentono minacciate o semplicemente fuoriluogo.
Riconoscere i segnali di disagio nel proprio interlocutore è importantissimo quando si fanno nuove conoscenze. Immaginiamo di parlare con una persona nuova conosciuta tramite Joiupp, l’app che ti permette di incontrare persone con i tuoi stessi interessi e che frequentano i nostri stessi locali.
La persona che ci troviamo di fronte è però seduta con le gambe e le braccia incrociate, ed evita il nostro sguardo. Cosa fare quindi per riconoscere i segnali e rimediare?
I segni più significativi della comunicazione non verbale
Come abbiamo visto, la comunicazione non verbale può regalare informazioni utili aggiuntive alla semplice comunicazione verbale. Ad esempio, può indicarci lo stato d’animo dell’interlocutore, può enfatizzare le parole o contraddirle.
Nella comunicazione non verbale ci sono molti segni significativi a cui è bene prestare attenzione.
Prima di tutto, gli occhi. Se gli occhi del tuo interlocutore sono svegli e attenti e ti guarda in silenzio, vuol dire che ti sta ascoltando attentamente per carpire ogni dettaglio di ciò che stai dicendo. Al contrario, se fa vagare gli occhi per la stanza significa che è poco interessato, o non sta ascoltando: allora è meglio cambiare argomento!
Importantissimo è il movimento delle pupille, che è perfettamente inconscio e quindi rivelatore dei pensieri altrui. La loro estrema dilatazione può essere causata dalla paura o dall’essere poco focalizzati su qualcosa.
Secondo segnale è la gestualità. Molti studiosi pensano che i gesti servano a mettere in ordine i pensieri, per questo spesso gesticoliamo mentre parliamo, anche se siamo al telefono. Chi scrolla ripetutamente le spalle è spesso incerto, o si sente impotente, mentre chi stringe i pugni è arrabbiato o teso. Usiamo il nostro corpo per comunicare più di quanto pensiamo, e spesso i gesti sono molto più rivelatori della parole.
La postura fornisce chiare indicazioni sullo stato emotivo di una persona. Il modo in cui una persona sta semplicemente in piedi può dire tutto di lei: se ha le spalle ricurve e la testa bassa, esprime grande insicurezza; al contrario, spalle alte e schiena dritta trasmettono sicurezza di sé.
Anche altri gesti come toccarsi i capelli o muovere le gambe sulla sedia sono indice di nervosismo.
Altro indice è la prossemica nel vero senso del termine, e cioè la distanza che si tiene nei confronti del proprio interlocutore. Generalmente, decidiamo di avvicinarci alle persone con cui siamo intimi, o che ci stanno simpatiche. Con i superiori o persone più vecchie, la distanza è segno di rispetto; se qualcuno con cui non siamo a nostro agio può essere percepito come minaccioso. Il consiglio generale è quello di tenere una buona distanza tra sé e una persona che si è appena conosciuta.
In generale, la comunicazione non verbale è difficile da controllare o da affinare: è del tutto inconscia, ma conversando con qualcuno possiamo tentare di leggere questi segnali e indirizzare la conversazione in modo da far sentire a suo agio l’altra persona.
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