L’aperitivo: dalle proprietà curative all’happy hour

L’aperitivo: dalle proprietà curative all’happy hour

Dagli antichi banchetti romani fino ai bar del centro di Milano, la storia della tradizione tutta italiana dell’aperitivo

L’Italia è da sempre considerata il Paese del buon cibo, dei panorami mozzafiato e della bella vita. E senza dubbio, tutto questo può essere riassunto nel rito tutto italiano dell’aperitivo.

L’etimologia della parola “aperitivo” risale alla parola latina “aperitivus”, che significa “ciò che apre”, e dà immediatamente l’idea di qualcosa che stimoli l’appetito senza soddisfarlo del tutto. 

L’origine di questa tradizione si fa risalire all’epoca della culla della nostra cultura, l’Antica Roma quando, prima di consumare il banchetto, venivano serviti vino e stuzzichini per stimolare l’appetito. In molti credono però che la sua origine sia ancora più antica, e che risalga al IV secolo avanti Cristo.

In quel periodo, il medico greco Ippocrate scoprì che, per alleviare i disturbi di mancanza di appetito dei suoi pazienti, bastava somministrare loro una bevanda dal sapore amaro a base di vino bianco, che aveva su di loro incredibili effetti benefici. 

Tale intruglio prese poi il nome di vinum hippocratum, e venne tramandato fino al Medioevo, quando gli erboristi del periodo scoprirono poi il segreto dietro a quelle bevande: non erano gli ingredienti ad aiutare lo stomaco ad aprirsi, ma il sapore amarognolo della bevanda.

Per questo motivo, i drink e gli analcolici che si consumano durante l’aperitivo hanno un tipico gusto amarognolo, figlio di epoca antica.

Torino, Milano e le origini dell’aperitivo moderno

Per parlare di aperitivo come uno svago e non una cura, dobbiamo aspettare il Settecento, precisamente il 1786

A Torino, in una piccola bottega di liquori, Antonio Benedetto Carpano inventò quello che sarebbe diventato l’aperitivo per eccellenza: il Vermouth, un delizioso vino aromatizzato con china. 

Il liquore conquistò immediatamente Re Vittorio Emanuele II, che lo rese bevanda di corte, contribuendo alla sua diffusione capillare. Anche in questo caso, il Vermouth era un bicchierino da bere prima di consumare un pasto per mangiare con più gusto. 

Qualche anno dopo, nel 1815, il farmacista bolognese Ausano Ramazzotti, trapiantato a Milano, iniziò a studiare una bevanda che potesse competere con quella piemontese, creando così il primo liquore da aperitivo non a base di vino, ma di erbe: il famoso Amaro Ramazzotti.

Nel 1862, poi, in città arrivò il signor Gaspare Campari, che mise a punto quello che sarebbe diventato il liquore da aperitivo più famoso d’Italia, il Campari. Propose la propria variante nel suo bar, nella Galleria Vittorio Emanuele, conquistando la città meneghina in pochissimo tempo.

Dalla fine dell’Ottocento ai giorni nostri

Col tempo, il rito dell’aperitivo venne ottimizzato. Sul finire del XIX secolo, l’usanza di bere qualcosa di amaro prima dei pasti per stimolare l’appetito fece sì che accanto alle bevande si inizino a consumare anche degli stuzzichini, soprattutto olive e salatini.

Nel Novecento si aprirono poi le porte alle influenze internazionali, e così l’aperitivo cambiò completamente forma, aggiungendo al consumo di drink cibo più sostanzioso come salumi, formaggi e cibo della tradizione locale. La tendenza si consacrò a Torino, per poi essere esportata nel resto d’Italia. 

Negli anni Novanta fu Vinicio Valdo ad accoppiare il bere con una cena a buffet, rendendolo così un vero e proprio pasto. Milano diventa così capitale dell’aperitivo, anche grazie alla nascita di drink come il Negroni Sbagliato, figlio del capoluogo lombardo.

Gli anni 2000 consacrano però l’Aperol Spritz come re dell’aperitivo, e l’Aperol, il “bitter più leggero e meno bitter che ci sia”, puntava sulle donne, che amavano la sua leggerezza. Nel corso del tempo, questo cocktail è diventato un appuntamento irrinunciabile, in ogni sua versione.

Nel tempo, anche le bevande da aperitivo si sono moltiplicate, iniziando a comprendere anche birra e vino, sempre dal retrogusto amaro, oltre che dolci cocktail analcolici. 

Con i ritmi frenetici di lavoro e di vita, i livelli di stress quotidiano si alzano esponenzialmente, e non c’è modo migliore di rilassarsi che farlo davanti ad un aperitivo. L’abitudine tutta italiana di condividere questi momenti di allegria con gli amici al bar è un modo per godersi la vita, e il Belpaese è lo scenario perfetto per farlo. 

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