Da buoni italiani, siamo portati a ricercare le origini delle cose. Lo facciamo con gli sport, con le tradizioni e soprattutto con il cibo, molto spesso per attribuire a noi stessi la paternità dei cibi più buoni che abbiamo esportato all’estero nel corso degli anni e che molto spesso, con i chilometri percorsi, subiscono delle modifiche non previste dalla ricetta originale.
Una di queste pietanze, esportata e amata in tutto il mondo, è senza dubbio il tiramisù. Cremoso, fresco ed energizzante, questo dolce è uno dei tanti orgogli che ostentiamo da sempre, nonché uno dei dolci al cucchiaio più amati al mondo.
In molti si sono attribuiti l’invenzione di questa pietanza: c’è chi dice che il tiramisù sia nato a Torino, chi dice che sia nato a Siena, destinato a Cosimo III de’ Medici, c’è chi invece pensa che sia un’invenzione tutta friulana. La ricetta originale, però, lo colloca nella città di Treviso, dove originariamente si chiamava “Tirame sù”.
La sua storia è però molto travagliata e ricca di mistero. Quindi sedetevi comodi e partiamo per questo viaggio alla scoperta di uno dei dolci più buoni del Belpaese!
La vera storia del tiramisù
Al principio fu lo “sbatudin”. Per i bambini, gli anziani e i convalescenti trevigiani si usava infatti preparare il tuorlo dell’uovo sbattuto con lo zucchero, per dare energia. Questo, nel corso degli anni ‘70 si trasformerà nel dolce come lo conosciamo oggi.
Scrive Giuseppe Maffioli nel 1981: “È nato recentemente, poco più di due lustri or sono, un dessert nella città di Treviso, il Tiramesù”. Fu proposto per la prima volta nel ristorante “Alle Beccherie”, da un cuoco pasticcere Loly Linguanotto che giungeva da un viaggio di lavoro dalla Germania (dove aveva già conosciuto la crema bavarese).
Allora, il particolare dolce a base di caffè, con il suo valore energizzante, divenne immediatamente popolarissimo, nel Veneto prima e in tutta Italia poi.
Nel 2012, Carlo Campeol, ultimo titolare del ristorante “Alle Beccherie”, commenta così la nascita del tiramisù: “Solo agli inizi degli anni ’70, non inventando nulla ma solo unendo ingredienti da sempre utilizzati e a tutti noti, è nato un dolce che ha scatenato la fantasia di molti e la voglia di primogenitura da parte di tutti”.
Tra racconti e leggende
Come abbiamo visto, però, la paternità di questo dolce è contesa tra diversi inventori. La leggenda più nota della nascita del tiramisù è quella che risale alla prima metà dell’Ottocento.
Ci troviamo ancora nella terra trevigiana, questa volta in una casa chiusa nel centro storico. La leggenda vuole che ad inventarlo sia stata una nota maitresse, che soleva offrirlo ai suoi clienti una volta che le serate alla casa di piacere erano giunte al termine.
Si narra infatti che nel locale, prima che gli stanchi clienti tornassero alle loro case, la maitresse preparasse loro questo dolce, ammonendoli così: “‘Desso ve tiro su mi”. Da qui origine del nome.
Un percorso inverso insomma: dalle case, alle locande, ai ristoranti, fino ad arrivare nelle pasticcerie di tutto il mondo.
La ricetta originale
Molte sono state le imitazioni che si sono susseguite nel corso degli anni, e la ricetta varia sicuramente a seconda dei gusti personali. La ricetta originale è però solo una, ed è stata depositata con atto notarile presso l’Accademia Italiana della Cucina nel 2010.
La ricetta originale prevede l’uso dei savoiardi, biscotti friabili di origine torinese, che prendono il nome proprio dai nobili della famiglia Savoia. Questi biscotti spugnosi sono perfetti per essere inzuppati nel caffè, grande amore del Belpaese e altro ingrediente fondamentale di questa ricetta.
Questi ultimi sono i due ingredienti più facilmente e largamente sostituiti. C’è infatti chi usa biscotti più piccoli e sottili, e chi sostituisce il caffè con il latte, più leggero, soprattutto quando è destinato ai palati dei bambini.
L’ingrediente insostituibile è però il mascarpone. Prodotto e nato nella bassa Pianura Padana, questo latticino prende il nome dalla cascina in cui è stato inventato.
La crema tradizionale è quindi fatta con le uova, lo zucchero e questo denso e calorico latticino, con l’aggiunta di un liquore, di solito Marsala o Rum. Il tutto viene composto a strati, lasciato in frigo per una notte e consumato al cucchiaio.
Le varianti non si contano: al tiramisù si può aggiungere di tutto, dal classico cacao fino al più particolare pistacchio, fino ad arrivare alla frutta, come ananas o fragole. Le opzioni sono moltissime e la bontà è sempre assicurata!
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